Abstract:
L’obiettivo che muove la ricerca si riassume nell’aspirazione a promuovere la cultura
filosofica cattolica e italiana del secondo dopoguerra, una generazione che ha raccolto il testimone da un’altra generazione nella quale si possono annoverare i grandi maestri italiani: Luigi Stefanini, Giovanni Gentile, Ugo Spirito, Luigi Pareyson, e molti altri. Riscoprire le radici, non solo per vanto filologico, storiografico o tantomeno geografico, ma anche e in particolar modo per attribuire una dignità a questa tradizione filosofica, che oggi viene riconosciuta più dalle sensibilità delle scuole straniere che dalle scuole nazionali.
In un contesto nazionale e culturale la nostra ricerca ha lo scopo di rilevare una produzione di primario interesse per il nostro Paese, in quanto il pensiero di Rigobello, se “incarnato” coerentemente nei problemi sociali, politici, economici, educativi, filosofici e religiosi, possiede una forza vitale di riscatto, che può aiutare l’uomo disorientato dei nostri giorni a trovare una “giusta direzione”.
In un contesto cattolico, ha lo scopo di fare memoria di una testimonianza di vita di un intellettuale a servizio della Verità e della Chiesa, attraverso una vita e una fede non priva di contrasti, ma vissuta con coerenza e vivacità.
In un contesto accademico, ha lo scopo di ricevere il testimone lasciato dai maestri, verso la mèta condivisa da una scuola di pensiero iniziata all’inizio del Novecento dal filosofo italiano Luigi Stefanini (Treviso, 1891 – Padova, 1956), di cui Rigobello fu il discepolo più vicino teoreticamente.
La ricerca intende onorare il monito del filosofo trevigiano: «L’essere personale è l’essere che è capace di parlare, è la parola nel suo significato più alto, non la chiacchiera; la parola è questa luminosità di cui l’essere personale è capace prima rischiarandosi a se stesso per poi proiettare la sua luce in quel tanto di spazio nel mondo esterno e nella società presente che egli può illuminare».