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La tesi affronta il problema dell'applicabilità agli enti operanti nel ed. "terzo settore"
della disciplina europea dei contratti, come individuabile all'esito dell'esame delle
molteplici direttive intervenute in ottemperanza agli obblighi derivanti dalle direttive
comunitarie.
La questione si pone in quanto la definizione di professionista, figura soggettiva
introdotta dalla normativa contrattuale europea ed a cui nel testo si ritiene di poter
riconoscere una configurazione unitaria, pare prescindere dalla finalità di lucro
individuale, presupponendo semplicemente l'attitudine del contratto ad afferire al
contesto di mercato rilevante e disciplinato dalle normative europee.
La circostanza che gli enti non profit sempre più frequentemente ricorrano, quali fonti
di finanziamento, ad attività collaterali organizzate in modo analogo all'attività
imprenditoriale, fa pertanto scaturire il quesito in ordine all'assoggettabilità alle
norme di diritto contrattuale europeo delle singole operazioni poste in essere nel
contesto dell'attività degli enti non profit.
La soluzione vagliata nella tesi, partendo da una proposta di individuazione del
campo d'azione della norma con riferimento, per l'appunto, allo specifico contratto
concluso tra professionista e consumatore ed afferente a scopi professionali dell'uno
e non professionali dell'altro (intendendosi il termine "professionale" nella sua
accezione più lata, come frutto dell'esperienza derivante dal perseguimento abituale
e competente di un determinato fine) individua la linea di demarcazione tra
operazioni assoggettabili e non alle norme contrattuali europee fondata su due
elementi, vale adire da un lato sull'afferenza dell'atto a scopi inerenti o meno a quello
ideale esterno all'ente non profit, dall'altro sulla sussistenza delle medesime ragioni
di disciplina sottese alle norme europee, che si intendono poste quali strumenti
essenzialmente di razionalizzazione del mercato.
Individuata la ratio della norma contrattuale europea nella astratta riconducibilità del
contratto ad un contesto di mercato, si propone quindi di considerare esclusi dalla
disciplina contrattuale europea i contratti conclusi dagli enti non profit nel
perseguimento di scopi ideali e utilizzando criteri diversi dall'economicità e di
considerare, per converso, inclusi i contratti conclusi nel perseguimenti di scopi
diversi da quello ideale utilizzando un qualsiasi criterio di economicità.
Più articolata risulta la soluzione con riferimento ai contratti conclusi nel
perseguimento di scopi ideali ma utilizzando criteri di economicità; la tesi propone,
infatti, in tal caso di considerare assoggettati alla normativa europea non tutti i
contratti conclusi in base ad un qualsiasi criterio di economicità, ma solo quelli
conclusi in base ad un criterio economico astrattamente idoneo a produrre profitto.
The dissertation tries to explain whether non profit organizations are subjected, or
not, to the European law of contracts, as it results as a complexive effect of the great
number of national laws that European directives obliged to promulgate.
The matter takes place as far as the word "professionista", used by Italian law,
apparently has nothing to do with profit or non-profit purposes handled by the
different organizations. It seems in facts that the word "professional" regards only the
fact whether the contract concerns or not market system, ruled by European law.
It is a well known thing that non profit organizations are more and more encouraged
to get financed through commercial activities and it becomes a need to check whether
European contract law are applied or not to that kind of behaviour.
The dissertation suggests to limiting application of European contracts rules to
agreements that take place between a "professions" following professional purposes
and a consumer, which follows non-professional purposes. It suggests to read the
word "professionista" and "professional" referring to the experience that comes out
by regularly pursuing an aim, and suggests to distinguish whether the contractual
behaviour takes place or not in the act of pursing an ideal aim, and whether the
situation is or not analogue to the situation ruled by European law, that means to rule
and rationalize the internal market.
As result the dissertation suggests not to apply European contract rules to an
agreement of non-profit organization if the agreement was reached in the act of
pursuing an ideal aim and without an economic reasoning, and to apply the rule if the
agreement was reached in the act of pursuing a commercial aim and applying an
economic reasoning.
Agreements reached following economic reasoning and pursing an ideal aim could be
submitted to European rules only if the economic reasoning is suitable to produce
profits. |
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