Abstract:
La ricerca è incentrata sul ruolo e la percezione dei fatti dell’«autunno caldo» da parte delle lavoratrici della Mira Lanza, una fabbrica chimica insediata a Mira nel lontano 1831 e passata attraverso numerose gestioni imprenditoriali: dalla Wagner di Berna alla Lanza di Torino, dalla Piaggio di Genova all’attuale multinazionale Reckitt di Londra. Nel corso del secolo scorso divenne l’industria leader nel settore dei saponi e dei detersivi, nota in tutta Italia non solo per i suoi prodotti, ma anche per indovinate forme di pubblicità televisiva.
L’“autunno caldo al femminile” viene ricostruito attraverso la lente di circa quindici interviste in profondità a donne che hanno lavorato alla Mira Lanza tra gli anni ’60 e ’90 del secolo scorso, residenti a Mira e in altri comuni della Riviera del Brenta. I racconti individuano uno spartiacque nei ‘memorabili’ eventi del ’69-70: la lotta per il rinnovo del contratto, l’abbandono della fabbrica da parte della Direzione, la requisizione ad opera dell’Amministrazione comunale, la tenda montata sul sagrato della chiesa, le assemblee nel patronato della Parrocchia di Mira, le numerose manifestazioni nella zona, culminate nel tentativo di blocco della linea ferroviaria Venezia-Milano.
Le interviste approfondiscono nel complesso l’esperienza di fabbrica delle donne, con particolare riguardo al faticoso passaggio da una condizione di precariato in cui le assunzioni si rinnovavano di mese in mese, dalla penalizzazione salariale e da un contesto lavorativo pericoloso e nocivo, alla conquista del contratto dei chimici, l’elezione del Consiglio di fabbrica e l’intervento concreto sull’ambiente di lavoro, attraverso la creazione di un Centro di Medicina del lavoro e di Igiene ambientale a Mira.