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Questa tesi è incentrata sull'unica opera di Aemilia Lanyer
pervenutaci, Salve Deus Rex Judaeorum. La raccolta, pubblicata nel 1611
quando l'autrice aveva 42 anni, sembra avesse lo scopo di riallacciare i
rapporti con potenti mecenati e di trovarne di nuovi.
Il genere religioso era uno dei pochi considerati accettabili per delle
scrittrici donne, ma la scelta della Lanyer è innovativa in quanto preferisce
un tipo di opera religiosa originale alle più comuni traduzioni. La raccolta è
attraversata da contraddizioni e tensioni, e infatti è segnata da continue
oscillazioni tra la lode e la critica.
Il primo capitolo analizza la struttura formale del Salve Deus, in
particolare le varie le varie parti che compongono l'opera. Se ne possono
identificare tre sezioni principali all'interno: un gruppo di nove dediche a
possibili mecenati, una sezione piuttosto lunga che consiste nella narrazione
della passione di Cristo, e un poemetto epidittico in lode di Cookham, il
possedimento dove risiedevano occasionalmente Margaret e Anne Clifford,
due tra le più importanti mecenati della Lanyer. La sezione centrale, per la
sua posizione e la notevole lunghezza, era molto probabilmente considerata
dall'autrice la parte principale dell'opera.
Il secondo capitolo presenta un'analisi testuale del Salve Deus,
fecalizzata soprattutto su metrica, ritmo e le principali figure retoriche
riscontrate nell'opera. Il terzo capitolo identifica e analizza dicotomie e
parallelismo in quanto figure retoriche dominanti nella raccolta, a livello
formale, strutturale e tematico.
Il quarto capitolo è incentrato sull'ultima parte del Salve Deus, cioè il
poemetto epidittico 'The Description of Cooke-ham', in rapporto alle altre
sezioni della raccolta. Lo scopo di questa parte della tesi è quello di
segnalare gli elementi omogenei o devianti all'interno di 'Cooke-ham',
scoprendo quindi (almeno in parte) la fitta rete di riferimenti che lega
macrotesto e microtesto.
Il quinto capitolo verte sull'identificazione dei vari generi riscontrabili
nel Salve Deus, un'opera complessa e composita, mettendoli in relazione
alla tradizione. La seconda parte di questo capitolo tratta parallelamente
'Cooke-ham' della Lanyer e 'To Penshurst' di Ben Jonson, con particolare
riferimento al rapporto dei due poeti coi loro mecenati.
Il sesto capitolo affronta un aspetto cruciale dell'opera della Lanyer,
cioè la negoziazione del suo rapporto con le donne mecenati. I punti
principali analizzati sono le ragioni della scelta di un numero così alto di
mecenati (esclusivamente donne), il perché l'autrice abbia scelto in
particolare quelle donne come possibili mecenati e le strategie messe in atto
per 'adattare' le dediche alle destinatane. Salve Deus è un'opera
singolarmente ambigua, poiché presenta, all'interno di schemi tradizionali
dal punto di vista strutturale, tematico e formale, elementi con un alto
potenziale sovversivo.
Oggetto della seconda parte di questo capitolo è la veemente difesa
delle donne che la Lanyer inserisce all'interno della narrazione della
passione di Cristo. 'Eves Apologie' (L'Apologia di Eva) è infatti uno degli
inteventi in favore delle donne più coraggiosi di questo periodo. In questa
parte del capitolo, l'opera della Lanyer è messa in relazione ad altre difese
delle donne dell'epoca, precisamente con i pamphlet di Rachel Speght,
'Ester Sowernam' e 'Constantia Munda'.
Seppur rendendo il debito omaggio alle persone potenti, la Lanyer
attua una critica piuttosto decisa delle soffocanti strutture sociali maschili, e
anche dell'indifferenza e condiscendenza spesso dimostrata dalle nobili
mecenati nei confronti di persone provenienti da un diverso ceto sociale
(seppure appartenenti al loro stesso sesso). Da questo punto di vista, Salve
Deus è quindi l'espressione allo stesso tempo delle critiche e dei desideri
dell'autrice. E' l'utopia femminile della Lanyer.
This work focuses on Lanyer's only extant work, the poem Salve Deus
Rex Judaeorum. The collection was published in 1611, when the poet was
42, and was seemingly aimed at regaining contacts with powerful patrons,
besides catering for new ones.
Religious writing was one of the few genres deemed as acceptable for
women writers, yet Lanyer was innovative in her choice to prefer original
writing to the more usual translations. The poem is crossed by tensions and
contradictions, especially when touching the poet's relationship with her
patronesses, so much so that the work displays continuous oscillations
between praise and criticism.
The first chapter deals with the formal structure of Salve Deus,
especially with the several parts composing the poem. Basically it is
possible to identify three main sections within the work: a group of nine
dedications in praise of prospective patronesses, a lengthy section narrating
the passion of Christ, and an epideictic poem in praise of Cookham, a manor
where Margaret and Anne Clifford (two of Lanyer's most important
patronesses) occasionally resided. The title poem, of remarkable extension
and set in central position, was very probably meant by the author as the
core of her work.
The second chapter presents a textual analysis of the poem, focused on
metre, rhythm and on the main rhetorical figures in the poem. The third
chapter treats and identifies dichotomy and parallelism as the governing
figures in Salve Deus, both at a formal, structural and thematic level.
The fourth chapter concentrates on the last section of Salve Deus,
namely the epideictic poem 'The Description of Cooke-ham', in relation to
the other parts of the collection. This chapter aims at detecting
homogeneous or deviant features within 'Cooke-ham', and at uncovering (at
least partially) the thick net of references tying macrotext and microtext.
The fifth chapter tries to identify the several genres displayed by Salve
Deus, a highly composite work, and links them with the tradition. The
second part of the sixth chapter compares and contrasts Lanyer's 'Cookeham'
with Ben Jonson's 'To Penshurst', paying particular attention to the
treatment of patronage in the two estate poems.
The sixth chapter faces a crucial aspect of Lanyer's work, namely the
poet's negotiation of her relationships with her patronesses. The main points
treated are the reasons why the poet chose to address such a large number of
dedications to exclusively female dedicatees, the grounds for her choice of
those particular women as prospective patrons, and the strategies used to
'adapt' the dedications to the addressees. Salve Deus is a singularly doublevoiced
work, as Lanyer inserts within traditional frames (structural, thematic
and formal), elements with a highly disruptive potential.
The object of second part of this chapter is the astonishingly vehement
defence of women inserted by Lanyer within the narration of the passion.
'Eves Apologie' is indeed one of the most spirited interventions in favour of
women of this period. In this part of the chapter, moreover, Lanyer's poem
is compared with other contemporary defences of women, precisely with the
pamphlets by Rachel Speght, 'Esther Sowernam' and 'Constantia Munda'.
While paying due homage to people holding power, Lanyer is
considerably sharp in her critique of male suffocating social structures, but
also of the aristocratic indifference and condescencence of noblewomen
even toward the members of their own sex, if they do not belong to their
social class. Seen in this light, Salve Deus is therefore Lanyer's expression
of her stigmas and at the same time of her desires. It is Lanyer's female
Utopia. |
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